Il Catania domina per novantatrè minuti su novantaquattro, ma una puntata di Zanini lo affonda in Zona Cesarini. Gli etnei recriminano per un gol annullato a Caetano.

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LA PARTITA: Il bello del calcio, se vinci, il brutto, se perdi: l’imprevedibilità. A parte qualche brevissimo intermezzo, in campo una squadra ha prevalso nettamente sull’altra ma il risultato finale ha detto l’esatto contrario. Il Catania ha giocato, l’Akragas ha vinto, che poi nel mondo pallonaro è l’unica cosa che conta, tanto che al triplice fischio gli agrigentini possono permettersi di gonfiare il petto, vantando nove lunghezze di vantaggio sui catanesi (azzoppati dai sette punti di penalizzazione).

Rigoli, ex di spicco della partita, e Di Napoli si sono guardati allo specchio, pur con interessi diversi. 4-3-1-2 per l’uno e l’altro, con la variante per i locali di far salire e scendere un uomo offensivo per affiancare o supportare l’unica punta, in una lievissima trasformazione: 4-3-2-1. Bando alle ciance, il calcio (per fortuna) non è inquadrabile in una mera questione di moduli. Bastrini, terzino sinistro di casa, ha fatto il diavolo a quattro e si è conteso la palma del migliore in campo con Di Grazzia, schierato nell’angolo di campo opposto e contrario: ala destra. E proprio all’esterno alto è legato il più grande interrogativo della gara: perché tirare fuori dalla battaglia proprio l’elemento più pericoloso e propositivo? Secondo Rigoli: «perché c’è una panchina di qualità» e in effetti si tratta di un’opinione incontestabile, dato che il sostituto (che sostituto non è) ha sulle spalle il numero dieci e si chiama Russotto. Ma allora perché non farli giocare insieme? In questo caso l’interrogativo è risolvibile solo da colui che allena questo manipolo uscito dal campo senza punti e con un gol beffardo nel sacco, che indubbiamente potrà intaccare il morale.

Di Grazia ha colpito una traversa, Paolucci ha fallito più di un’occasione, Caetano si è visto annullare una rete apparentemente regolare, Pane (estremo difensore ospite) ha fatto gli straordinari, su Fornito, Russotto e non solo. Tutto questo al triplice fischio di Pagliarini non conta nulla, vince solo chi segna e solo chi vince ha ragione. L’identikit ha un nome e un cognome: Matteo Zanini, che con una puntata in diagonale ha bucato Pisseri, mentre le sponde destra e sinistra del sipario si erano già date appuntamento al centro del palcoscenico.

TABELLINO

CATANIA (4-3-1-2): Pisseri; Parisi, Gil, Bergamelli, Bastrini; Biagianti, Scoppa, Fornito (dal 33’ s.t. Piscitella); Caetano (dal 38’ s.t. Anastasi); Di Grazia (dal 21’ s.t. Russotto), Paolucci. In panchina: Matosevic, Nava, De Santis, Mbodj, Bucolo, Sessa, Di Cecco, Silva, Barisic. All. Pino Rigoli.

AKRAGAS: Pane; Scrugli (dal 24’ s.t. Riggio), Marino, Carillo, Russo (dal 14’ s.t. Coppola); Carrotta, Pezzella, Zanini; Salandria; Gomez, Cocuzza (dal 33’ s.t. Longo). In panchina: Addario, Assisi, Sepe, Greco, Cochis, Garcia. All. Raffaele Di Napoli.

ARBITRO: Pagliardini di Arezzo. Assistenti: Gnarra di Siena e Meozzi di Empoli.

RETI: Zanini (A) al 49’ s.t.

NOTE: 7284 spettatori, di cui 2576 paganti. Campo in buone condizioni nonostante la pioggia. Ammoniti: Gil, Bergamelli, Di Grazia (C); Russo, Gomez (A). Recuperi: p.t. 1’, s.t. 4’. Angoli: 7-2.

Simone Toninato