Gli etnei strapazzano il Messina grazie alla tripletta dell’attaccante ventenne. Dopo aver realizzato tre gol nelle ultime sei giornate, il Catania ne ha realizzati altrettanti in novanta minuti. Del Messina si salva solo Pozzebon.

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LA PARTITA: dal nostro inviato al “Massimino” – Se le domeniche fossero tutte così, il Catania non occuperebbe l’ultima posizione (al momento in compagnia del Melfi che sarà impegnato nel posticipo di Pagani) in classifica. Ma il calcio, come la vita, con i se c’entra poco.
Rigoli è partito con il 4-3-3 e con quello è andato sino alla fine (fuorché il recupero del secondo tempo), contrapposto a un Messina che ha cercato di cambiare in corsa senza trarne alcun beneficio. Di Grazia, che ha agito partendo dalla sinistra, ha fatto il diavolo a quattro e ha freddato Berardi tre volte, due già nella prima frazione. L’ala catanese ha segnato la prima rete con una legnata di destro dal cuore dell’area, la seconda e la terza, da distanza simile, ma con la forza appena necessaria perché i palloni finissero in fondo al sacco alla sinistra del portiere ospite. E a fine partita il pallone ricordo se l’è pure portato a casa con gli autografi di squadra e staff.
Non che il Messina non c’abbia provato, intendiamoci, ma il campo ha evidenziato una netta differenza di caratura tra le due squadre, specie se si aggiungono un palo colpito da Russotto e altri due “gol” neutralizzati dai segnalinee. Giuste, comunque, entrambe le sbandierate.
I giallorossi hanno creato occasioni e i sei tiri dalla bandierina lo dimostrano, ma hanno avuto il demerito di scoprirsi in eccesso nel tentativo di costruire. Marra è partito con un trequartista (Mancini) alle spalle delle due punte, con l’ingresso di Madonia (10’ s.t.) è passato a un trio a supporto del centravanti solista Pozzebon. Una punta vera, di peso, con un solo difetto: alla soglia della trentina si trova impantanato in una categoria che lo valorizza solo per metà. Da solo ha tenuto in partita i peloritani fino a una decina di minuti dal termine, ha segnato con un tiro a pelo d’erba a un passo dalla pausa, ha colpito una traversa e ha creato apprensione in un intero pacchetto arretrato. Chiaro che in uno contro undici (facciamo due aggiungendo l’ex Musacci) giocarsela risulti difficile, figuriamoci raccogliere punti o vincere. Impossibile.

TABELLINO

CATANIA (4-3-3): Pisseri; Parisi, Gil, Bergamelli, Djordjevic; Di Cecco, Bucolo, Biagianti (dal 38’ s.t. Silva); Barisic (dal 12’ s.t. Russotto), Caetano, Di Grazia (dal 43’ s.t. Scoppa). In panchina: Matosevic, De Rossi, Mbodj, De Santis, Nava, Piermarteri, Piscitella, Anastasi, Paolucci. All. Pino Rigoli.

MESSINA (4-3-1-2): Berardi; Mileto, Palumbo, Bruno, De Vito; Capua (dal 10’ s.t. Madonia), Musacci (dal 32’ s.t. Gaetano), Lazar; Mancini; Ferri, Pozzobon. In panchina: Russo, Marseglia, Maccarrone, Rea, Bramati, Rafati, Ricozzi, Akrapovic, Crudo. All. Salvatore Marra.

ARBITRO: Balice di Termoli. Assistenti: Benedettino di Bologna e Scarica di Castellammare di Stabia.

RETI: Di Grazia (C) al 13’ e 41’, Pozzebon (M) al 46’ p.t.; Di Grazia (C) al 36’ s.t.

NOTE: 10.304 spettatori, di cui 5.535 paganti (287 dei quali al seguito della squadra ospite). Ammoniti: Djordjevic, Di Cecco (C); Musacci, Bruno, Palumbo (M). Recuperi: p.t. 2’, s.t. 4’. Angoli: 2-6.

Simone Toninato