Civili rapiti e uccisi in Afghanistan a Ghor. Secondo alcune tv locali i morti sarebbero almeno 36. Le autorità afghane stanno puntando il dito contro i miliziani del Isis e dei talebani.

AfghanistanStrage di civili in Afghanistan. Decine di persone sarebbero state rapite e poi uccise nella provincia di Ghor. La tv Tolo parla di almeno 36 civili uccisi a colpi d’arma da fuoco, mentre Ariana News riferisce di 33 vittime e altre fonti parlano di almeno 20 morti.

Funzionari governativi locali citati da Tolo Tv accusano l’Is per la strage, avvenuta – secondo quanto affermano le fonti – dopo che un gruppo di combattenti dell’Is ha attaccato alcune zone del distretto di Chaghcharan, capoluogo della provincia, scatenando la reazione delle forze di sicurezza afghane.

Se la notizia sulle responsabilità dell’Is fosse confermata, sarebbe la prima volta che si ha notizia della presenza di combattenti legati al gruppo nella provincia di Ghor. Altre fonti accusano invece i Talebani di essere responsabili.

Hassan Hakimi, responsabile delle organizzazioni della società civile nella provincia citato da Ariana News, ha infatti accusato i Talebani per il sequestro e l’uccisione di 33 persone. Secondo quanto riportato dall’emittente, ci sarebbero stati scontri tra le forze di sicurezza afghane e combattenti talebani durante un’operazione scattata per la liberazione di alcune persone sequestrate. Negli scontri, stando a Hakimi, sarebbe stato ucciso il figlio di un comandante talebano locale e gli insorti avrebbero poi aperto il fuoco contro i 33 civili che avevano preso ieri in ostaggio.

A 15 anni dalla caduta del regime dei Talebani, in Afghanistan i civili continuano a pagare il prezzo del conflitto: stando all’ultimo rapporto della missione delle Nazioni Unite Unama da gennaio a fine settembre sono almeno 8.397 le vittime civili della guerra, compresi 2.562 morti (639 erano bambini e 240 erano donne) e 5.835 feriti (tra i quali 1.822 bambini e 637 donne).

Secondo dati della missione Nato in Afghanistan, l’Is nel Paese è presente per lo più nella provincia orientale di Nangarhar, a ridosso del confine con il Pakistan, e può contare su circa un migliaio di combattenti.