open-day1Anche quest’anno le scuole  italiane  sono impegnate nella ‘campagna acquisti’ per il prossimo anno da cui poi, ne deriverà la formazione o meno delle classi. Si tratta degli ormai noti a tutti come ‘Open Day’, ma che in effetti sono ‘Giornate Aperte’ a genitori e figli per aiutarli nella scelta dell’indirizzo di studio da seguire e con molta probabilità a determinare il loro futuro. Nel corso di queste giornate le scuole, statali e paritarie, si mettono in mostra, mettono in evidenza le loro capacità educative, mostrano efficienza e grande organizzazione. Tutto questo per conquistarsi appunto, l’interesse dei genitori e dei loro figli, potenziali alunni. Spesso è solo apparenza, è una pura ‘messa in scena’. I Dirigenti Scolastici si attivano e mettono in campo i docenti più validi e con più capacità persuasive. Vengono predisposte fantasiose locandine e brochure per orientare nella scelta genitori e figli. La scuola veste l’abito della festa e subisce un maquillage completo. La posta in gioco è alta, dal suo esito dipende il futuro della scuola stessa. Gli ‘Open Day’ vengono messi in calendario dalle scuole già dalle prime settimane di novembre, avendo una periodicità mensile. Però, è  a gennaio che si registra il boom. Questo, in quanto incalza la scadenza per le tanto attese iscrizioni On Line dalle quali viene poi determinata, molte volte, la sopravvivenza o meno di una scuola. L’avvento di queste giornate aperte e organizzate dalle scuole per ‘procacciarsi’ iscritti non ha però, sopperito alla buona abitudine che i genitori hanno sempre avuto di affidarsi al passaparola, ai consigli di amici e parenti nella scelta della scuola giusta per i loro figli. Tutti sanno bene che questo è un modo di pubblicizzarsi delle scuole ed è autoreferenziale. Non è che non sia attendibile, ma di certo è tutto costruito ad hoc per l’occasione, le scuole effettivamente mostrano solo il loro lato migliore. Forse aiuterebbe l’istituzione di una figura professionale esterna che dia la corretta valutazione della scuola a cui i genitori potrebbero fare riferimento ed essere aiutati nella valutazione. Anche se in effetti un tale ruolo lo riveste già la scuola media che quando licenzia l’alunno indica sempre come proseguire gli studi.  Un suggerimento che la stragrande maggioranza dei genitori finisce sempre per ignorare totalmente. Come ignora, quasi sempre, le vocazioni del proprio figlio e a volte nello scegliere, lo devia completamente in direzione opposta.