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SINTESI: Catania-Melfi 0-2. Era difficile immaginarlo alla vigilia, eppure è accaduto. Il Catania ha perso, al “Cibali”, con il Melfi fanalino di coda, che aveva subito 57 gol e proveniva da 11 sconfitte consecutive.

LA PARTITA:

CATANIA. Giusto partire dalla fine, perché difficilmente un allenatore si presenta in conferenza stampa esordendo con delle scuse alla tifoseria, per la prestazione (Petrone si è limitato al primo tempo) dei suoi. Nel caso di Petrone, alla prima sconfitta da quando siede sulla panchina etnea, è successo. Ma è altrettanto difficile pensare che il mondo si possa ribaltare nel giro di una settimana. E oggi al “Cibali”, è successo anche questo.

Il Catania che domenica scorsa era stato corsaro a Messina, ha finito per soccombere di fronte al pubblico amico con l’ultima della classe. Sprofondando in una metamorfosi involutiva inspiegabile, che diventa curiosa se raffrontata alla situazione di un mese addietro. Era il 7 febbraio, quando i catanesi – all’epoca allenati ancora da Rigoli – battevano il Matera, “sceso” in Sicilia da capoclassifica, con un bottino di 51 gol realizzati. Oggi, di fronte al Melfi, ultimo, con 57 reti sul groppone e undici sconfitte raccolte consecutivamente, lo 0-2 conclusivo è stato una sorpresa ancor maggiore.

E allora le due compagini lucane finiscono per diventare un indice importante per misurare l’instabilità di questo Catania. Idealmente, dopo la sconfitta di febbraio, il Matera è morto: ha perso le successive quattro. Di contro, il Melfi, potrebbe rinascere proprio dopo i tre punti che gli hanno consentito di scavalcare la Vibonese nella corsa salvezza.

Quando Annaloro, fischietto di Collegno, ha indicato ai ventidue la via degli spogliatoi, il pubblico ha ricoperto di fischi i locali, applaudendo invece gli ospiti, che la vittoria l’hanno ampiamente meritata. Se è vero che la squadra di Petrone probabilmente avrebbe potuto segnare un gol (i tesserati isolani lo hanno rimarcato uno dopo l’altro attraverso i microfoni della sala stampa), è altrettanto vero che, non fosse stato per Pisseri, il Catania avrebbe finito per accusare un passivo ancor più pesante (chiedere a Marano per saperne di più).

Foggia ha segnato nel primo tempo, depositando in gol la seconda respinta del portiere catanese, che ha rintuzzato le conclusioni di Marano e Gammone prima di capitolare sul sinistro del centravanti ospite. De Angelis ha raddoppiato nella ripresa, a pochi rintocchi dalla fine, con un diagonale da destra a sinistra che ha costretto alla resa l’estremo difensore locale per la seconda volta.

Di salvabile, per il Catania odierno, c’è solo il coraggio mostrato dal tecnico, quando sotto di un gol ha provato il tutto per tutto, schierando contemporaneamente cinque giocatori offensivi. Il risultato non lo ha premiato, perché il Catania è mancato dal punto di vista della consistenza. Mai cattivo al punto giusto e l’assenza di ammoniti (che in questo caso non è necessariamente un bene) nel tabellino finale è una ulteriore conferma. Quasi mai efficace negli ultimi sedici metri, tanto che il solo Di Grazia, subentrato a Djordjevic nei secondi quarantacinque minuti, è riuscito realmente a impensierire Gragnaniello. Per tutto questo, se a fine partita il Melfi non fosse uscito dal campo con l’intera posta, avrebbe avuto di che recriminare.

TABELLINO

CATANIA (4-3-3): Pisseri; Parisi, Bergamelli, Marchese, Djordjevic (dall’8’ s.t. Di Grazia); Biagianti, Bucolo (dal 1’ s.t. Barisic), Fornito; Russotto (dal 20’ s.t. Mazzarani), Pozzebon, Tavares. In panchina: Martinez, De Rossi, Mbodj, Longo, Manneh, Scoppa, Piermarteri. All. Mario Petrone.

MELFI (4-3-3): Gragnaniello; Bruno, Laezza, Romeo, Russu; Esposito, Valente, Marano (dal 38’ s.t. Demontis); De Vena (dal 18’ s.t. De Giosa), Foggia, Gammone (dal 38’ s.t. De Angelis). In panchina: Viola, Libutti, Grea, Lodesani, Battaglia, Obeng, Filomeno. All. Aimo Diana.

ARBITRO: Annaloro di Collegno. Assistenti: Biava di Vercelli e Jouness di Torino.

RETI: Foggia (M) al 30’ p.t.; De Angelis (M) 46’ s.t.

NOTE: spettatori. Incasso: euro. Ammoniti: Gammone, Esposito, Foggia (M). Recuperi: p.t. 3’, s.t. 4’. Angoli: 7-3.

 

Simone Toninato (inviato al Cibali)