SINTESI: Curiale illude, De Sousa pareggia. Per il Catania è una prima amara.

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LA PARTITA: Quando hai tante occasioni e non segni, va già bene se non perdi. Ma il rammarico, per non aver conquistato l’intero bottino, resta grandissimo.
Perché già al 7’, Di Grazia aveva fatto sobbalzare il Cibali, subito rimesso a sedere dall’intervento di Elezaj, con le gambe. In un continuo alzarsi in piedi e rigettarsi nuovamente sui seggiolini, ogni qualvolta gli avanti catanesi mancavano il bersaglio grosso, pur calciando da posizione invitante. Illusione di gioia.
Così come illusoria, col senno di poi, è stata la rete di Curiale, quando ormai la prima frazione volgeva al tramonto. Corner dalla destra di Di Grazia e due tocchi sporchi sul primo palo, a precedere la botta provvidenziale dell’attaccante. Che ha bucato l’estremo difensore avversario, prima, e raccolto l’abbraccio dei compagni, subito dopo. Tutto bellissimo, ma anche terribilmente breve.
Il tempo di un caffè, di quattro chiacchiere sulla partita e De Sousa, alla prima occasione ospite della ripresa (6’), ha sfruttato il servizio di Pompei e ha freddato Pisseri. L’1-1, che non si è più schiodato e che ha diviso equamente la posta, quando alla fine mancavano quaranta minuti buoni. Una eternità. La stessa in cui Lucarelli ha continuato a fare avanti e indietro di fronte alla propria panchina, mandando in campo cinque (2-1-2) ragazzi e tirando fuori altrettanti. Una di quelle novità, che potrebbero anche servire a non cambiare nulla. Oggi è stato così e non perché: Mazzarani, Ripa, Esposito, Manneh e Caccetta non fossero elementi validi. Più prosaicamente, perché se la palla non vuol saperne di varcare la linea di porta, non lo farà. Indipendentemente dalla quantità di palloni gettati in mezzo da fondo. Chiaro che se poi ci si mette pure l’imprecisione dei tiratori. Dai e Dai, rischi addirittura la beffa. Per questo, considerando anche il mezzo passo falso del Lecce a Francavilla Fontana (1-1), i due punti persi, possono assomigliare almeno un po’ a un punto guadagnato.
«Ci è mancata l’essenza del calcio, vincere», ha detto il tecnico di casa a fine partita. “Tutta la verità, nient’altro che la verità”. Perché sulla mole di gioco, è inutile discutere. E lo ha confermato lo stesso Giannini, allenatore ospite, che ha sorriso alle domande sulle potenzialità di De Sousa e gioito per il punto conquistato. Si è fregato le mani, sotto la scrivania della sala stampa, ha elogiato il Catania, per il grande organico di cui dispone ed è saltato sull’aereo che a quest’ora sarà già ripartito da Fontanarossa per riportare a casa i laziali.

TABELLINO

CATANIA (3-5-2): Pisseri; Aya, Tedeschi (dal 35’ st Caccetta), Marchese (dal 35’ st Manneh); Semenzato (dal 16’ st Ripa), Da Silva, Lodi, Di Grazia (dal 25’ st Esposito), Djordjevic; Russotto, Curiale (dal 16’ st Mazzarani). In panchina: Martinez, Bogdan, Biagianti, Bucolo, Rossetti, Anastasi, Correia. All. Cristiano Lucarelli.

RACING FONDI (3-5-2): Elezaj; De Leidi (dal 16’ st Maldini), Vastola, Ghinassi; Galasso, De Martino, Ricciardi, Lazzari (dal 29’ st Corticchia), Pompei; De Sousa, Serra (dal 12’ st Mastropietro). In panchina: Cojocaru, Hhosheh, Paparusso, Quaini, Utzeri, Pezone. All. Giuseppe Giannini.

ARBITRO: Carella di Bari. Assistenti: Bercigli di Valdarno e Li Volsi di Firenze.

RETI: Curiale (C) al 45’ p.t.; De Sousa (R) al 6’ s.t.

NOTE: spettatori. Incasso: euro. Ammoniti: Russotto, Lodi, Ripa (C); (S). Recuperi: p.t. 0’, s.t. 4’. Angoli: 4-3.

Simone Toninato (nostro inviato al Massimino)