RipresaGrazie all’esordio delle nuove tecnologie e ad una serie di aspetti che hanno radicalmente modificato la società nella quale viviamo, anche il mercato del lavoro non ha potuto fare a meno di subire i riflessi di queste evoluzioni: ed in tal caso non avrebbe senso giudicare se si tratti di un bene o di un male, perché gli aspetti da considerare richiederebbero specifiche molto approfondite, anche a livello sociologico. Ciò che conta, invece, è che il mercato degli impieghi sia in ripresa, nonostante e al tempo stesso per merito di questi cambiamenti, e che l’unico modo per poterlo abbracciare con profitto, è prendere atto che la modifiche subite dal suddetto mercato non sono controvertibili.

Mercato del lavoro in ripresa: dati e possibilità di oggi

Cambia il mercato del lavoro, ma cresce anche, secondo le ultime ricerche condotte dall’Istat. I dati portati dal noto istituto di ricerca, infatti, sottolineano una leggera ripresa in termini di occupazione, con un +0,1% mensile se prendiamo i dati di giugno e li paragoniamo a quelli di maggio: volendo approfondire nel dettaglio i numeri di questa ripresa occupazionale, scopriamo che da maggio a giugno le unità lavorative sono aumentate di 23.000, mentre su base annua di 64.000. Non sono numeri da far girare la testa, ma hanno un loro innegabile peso, considerando anche il fatto che rimangono ancora diversi mesi per tirare le somme relative al 2017. Questo aumento di possibilità nel mercato occupazionale è alla luce del sole, dato che basta consultare siti come jobrapido.com e rendersi conto di come la ripresa occupazionale sia oramai tangibile e le offerte di lavoro abbondino, tanto a Genova come a Milano Bari.

Millennials: la generazione con più difficoltà

La crisi economica ed i cambiamenti del mercato del lavoro, hanno portato ad alcune difficoltà purtroppo “normali” in questa situazione. A risentirne di più sono stati i Millennials, dato che oggi la parte più massiccia del precariato riguarda proprio i giovani. Ma si tratta di un momento di passaggio che dovrebbe passare a breve: il tempo di adattarsi al nuovo mercato e alle nuove esigenze delle aziende, e presto anche questa fase passerà, come è già capitato in passato. Va poi detto che oggi i contratti precari vengono visti spesso in modo negativo, ma al tempo stesso sono questi i trend in aumento, dunque bisogna imparare a farci l’abitudine e ad inquadrarli più come un’opportunità. E lo stesso dicasi del lavoro autonomo, soprattutto viste le opportunità date dal mercato del digitale.

Posto fisso? Il mercato oggi è “liquido”

Il posto fisso è in crisi, ma questa non è una novità poi così recente: tutto, come sempre, è dipeso dai cambiamenti e dalle diverse esigenze delle aziende. Questo ha reso il mercato del lavoro più liquido e instabile, con un crollo dei contratti a tempo indeterminato e con un parallelo aumento dei posti a tempo determinato. Più che di precarietà, sarebbe meglio parlare di dinamicità: un mercato del genere, se approcciato con la giusta convinzione e la giusta preparazione, può garantire diverse chance lavorative anche a lungo termine, sebbene contrattualmente non sia più possibile parlare di posto fisso.

 

 

(AS)