SINTESI: Non c’è storia nel match tra due delle pretendenti al salto di categoria. Il Catania vince e convince, il Lecce va in bambola.

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LA PARTITA:

CATANIA. Quando Rizzo, allenatore dei pugliesi, si è presentato davanti ai giornalisti a fine partita, un black-out momentaneo ha lasciato al buio la sala stampa per qualche attimo. Uno scherzetto dell’impianto elettrico, ma in fondo una sintesi perfetta del 3-0 maturato al «Cibali» in questa calda serata di inizio settembre.

Il Lecce ha vagato a fari spenti, per almeno settanta dei novantaquattro minuti complessivi. Il Catania, ha giocato un calcio spumeggiante, che il pubblico sembrava aver dimenticato. Eppure, quando gli altoparlanti della tribuna avevano annunciato le formazioni, le scelte di Lucarelli erano state accettate con scetticismo. Marchese ed Esposito falsi esterni di centrocampo e Curiale-Russotto, tandem d’attacco forte in velocità, ma scarso sulle palle alte. Perché non Ripa? Perché non questo o quello? Perché forse, sarebbe bastato pazientare, godersi lo spettacolo e stropicciarsi gli occhi quando Marchese (più tardi ammetterà che l’intenzione era quella di crossare e non tirare) ha realizzato il 2-0 scavalcando Perucchini, tra il gol in mischia di Biagianti e quello in corsa di Russotto.

Il 3-5-2 etneo ha sfoderato una prestazione che fa a cazzotti con l’evanescenza di sette giorni fa a Caserta. Lodi e Russotto hanno ispirato, creato, tirato. Il primo si è visto negare il gol dal portiere ospite in compartecipazione con il monetante alla propria destra. L’altro, dai e dai, su imbeccata di Fornito, si è tolto la soddisfazione di andare a esultare sotto la porzione di tifoseria più accesa.

Di contro, per i salentini la delusione è stata cocente. I giallorossi, candidati al salto di categoria, come lo è il Catania e come lo è il Trapani, hanno tirato la testa fuori dalla sabbia solo dopo un quarto d’ora della ripresa. Quando il risultato non era ancora compromesso, ma l’immagine forte che il Lecce aveva dato di se, si era già sgretolata a sufficienza.

Pacilli e Lepore (era stato l’unico a provarci anche durante la prima frazione) hanno tentato di intimorire Pisseri. Ma il Catania non ha battuto ciglio, è rimasto quadrato e in tre minuti ha mandato l’avversario ko, disegnando un sorriso sul volto di Lucarelli, espulso a pochi passi dall’intervallo e già concentrato sulla trasferta di Francavilla Fontana.

TABELLINO

CATANIA (3-5-2): Pisseri; Aya, Tedeschi, Bogdan (dal 29’ s.t. Blondett); Esposito (dal 17’ s.t. Semenzato), Caccetta (dal 38’ s.t. Bucolo), Lodi, Biagianti (dal 29’ s.t. Fornito), Marchese; Russotto (dal 38’ s.t. Di Grazia), Curiale. In panchina: Martinez, Manneh, Djordjevic, Mazzarani, Rossetti, Ripa, Correia. All. Cristiano Lucarelli.

LECCE (4-3-3): Perucchini; Ciancio (dal 22’ s.t. Tsonev), Cosenza, Drudi, Di Matteo; Armellino, Arrigoni (dal 5’ s.t. Pacilli), Mancosu; Lepore, Caturano, Torromino (dal 37’ s.t. Dubickas). In panchina: Chironi, Vicino, Gambardella, Riccardi, Marino, Valeri, Megelatis, Lezzi. All. Roberto Rizzo.

ARBITRO: Massimi di Termoli. Assistenti: Affatato di VCO e Rossi di Novara.

RETI: Biagianti al 20’ (C) p.t.; Marchese al 33’ (C), Russotto al 36’ (C) s.t.

NOTE: 9.583 spettatori, di cui 5.020 abbonati. Incasso: 45.696 euro. Ammoniti: Esposito (C); Perucchini, Cosenza, Drudi (L). Recuperi: p.t. 1’, s.t. 3’. Angoli: 1-3.

Simone Toninato

(inviato al Massimino di Catania)