Divieto di esportazione di prodotti tessili e la riduzione degli approvvigionamenti di greggio. Queste le nuove sanzioni deliberate dall’Organizzazione delle Nazioni Unite all’unanimità, contro la Corea del Nord, per i suoi reiterati test missilistici e per quelli nucleari. Non è pero passata la linea dura Usa della totale sospensione della vendita di petrolio a Pyongyang e il congelamento dei beni di Kim Jong-un: Russia e Cina non avrebbero votato la risoluzione, indebolendo il procedimento.

onuIl Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato all’unanimità nuove sanzioni contro la Corea del Nord, sanzioni che prevedono il divieto di esportazione nel settore tessile e una riduzione degli approvvigionamenti di petrolio. “Noi non cerchiamo la guerra”, ha commentato l’ambasciatrice americana all’Onu, Nikki Haley, che ha presentato la risoluzione, in risposta al sesto test nucleare condotto dalla Corea del Nord il 3 settembre scorso.

Il testo che era stato inizialmente fatto circolare al Palazzo di Vetro tra i 15 membri del Consiglio di Sicurezza prevedeva un divieto totale di vendere petrolio alla Corea del Nord, il congelamento dei beni di Kim Jong-un e la possibilità di condurre ispezioni sulle navi nordcoreane sulla base dell’articolo VII della Carta dell’Onu, che sancisce il ricorso all’uso della forza.

Ma per ottenere il sostegno di Russia e Cina – senza le quali ogni misura perderebbe di forza – gli Stati Uniti hanno accettato di rimuovere il divieto totale alle esportazioni petrolifere, ponendo piuttosto un limite ai livelli attuali per quanto riguarda il greggio e a due milioni di barili all’anno di prodotti raffinati. Tra l’altro nel testo si fa riferimento alla ricerca di una soluzione “pacifica” della crisi con Pyongyang.

La risoluzione prevede ancora il divieto di rilasciare permessi di lavoro ai cittadini nordcoreani all’estero. Secondo Haley, il bando alle esportazioni di tessili e sui lavoratori dovrebbe costare al ‘regno eremita’ 1,3 miliardi dollari in mancate entrate (800 dal primo provvedimento, 500 dal secondo).

USA – Gli Stati Uniti “non cercano la guerra, il regime nordcoreano non ha ancora passato il punto di non ritorno, se dimostrerà di poter vivere in pace, il mondo vivrà in pace con lui”, ha assicurato l’ambasciatrice Haley, secondo la quale le nuove sanzioni “affameranno il regime”.

“Stiamo cercando di spingere il regime a fare la cosa giusta”, ha continuato la rappresentante americana all’Onu, che è sembrata aver ammorbidito i toni rispetto alla settimana scorsa, quando disse che la Corea del Nord “stava cercando la guerra” e che la pazienza degli Stati Uniti “non è illimitata”. “Dobbiamo fermare questa marcia verso un arsenale nucleare, dobbiamo tagliare i rifornimenti di carburante e i finanziamenti che lo sostengono”, ha aggiunto Haley.

RUSSIA – Per la Russia ignorare la proposta russo-cinese di riavviare il dialogo con la Corea del Nord è “un grande errore” da parte del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. E’ quanto ha detto il rappresentante di Mosca al Palazzo di Vetro, Vassily Nebenzia, dopo il voto unanime al nuovo pacchetto di sanzioni contro Pyongyang, nei confronti del quale non ha nascosto le sue riserve pur avendolo approvato.

“Qualsiasi ulteriore restrizione equivarrebbe a tentativi di soffocare l’economia”, ha avvertito, citando le parole del presidente russo Vladimir Putin, secondo cui “mezzi politici piuttosto che nuove sanzioni potrebbero contribuire a evitare la crescente minaccia che arriva dalla penisola coreana”.

Nebenzia ha poi sottolineato di aver sostenuto la risoluzione perché Mosca non accetta “le rivendicazioni nordcoreane sullo status di potenza nucleare” e dunque sarebbe stato sbagliato “lasciare senza una dura risposta il test nucleare” del 3 settembre scorso. Nei giorni scorsi, insieme a Pechino la Russia aveva rilanciato la proposta del ‘doppio congelamento’, vale a dire la sospensione dei test da parte della Corea del Nord, in cambio della sospensione delle manovre militari di Stati Uniti e Corea del Sud.

SEUL – Le nuove sanzioni approvate dalle Nazioni Unite sono “un duro avvertimento” alla Corea del Nord da parte della “comunità internazionale” e Pyongyang dovrebbe capire che “le continue provocazioni approfondiranno soltanto l’isolamento diplomatico e la pressione economica”, si legge in un comunicato del ministero degli Esteri sudcoreano.

Il governo di Seul, prosegue la nota, continuerà a rafforzare la cooperazione con la comunità internazionale per assicurare che le risoluzioni dell’Onu vengano “applicate interamente e lavorerà per raggiungere la fondamentale denuclearizzazione della penisola coreana e una pace permanente”.

GIAPPONE – “Ho molto apprezzato il fatto che questa risoluzione forte, che prevede sanzioni stringenti, sia stata adottata all’unanimità e velocemente”, ha commentato in una nota il premier giapponese Shinzo Abe. A suo dire, il voto al Palazzo di Vetro “ha reso chiara la volontà della comunità internazionale di rafforzare la pressione a un nuovo livello per far cambiare alla Corea del Nord le sue politiche”.