La Procura di Venezia ha chiesto l’archiviazione dell’indagine per apologia del fascismo, per il gestore di Playa Punta Canna, a Chioggia, venuta alla ribalta l’estate scorsa e ribattezzata da vari gruppi di sinistra come la “spiaggia Fascista”. Per i giudici veneziani si è trattato di pura “articolazione del pensiero”.

spiaggia-sottomarinaNon c’è stata alcuna apologia del fascismo: la Procura della Repubblica di Venezia ha chiesto l’archiviazione per Gianni Scarpa, il gestore di Playa Punta Canna, di Chioggia, ribattezzata l’estate scorsa ‘la spiaggia fascista’. Per la procura si è trattato di pura “articolazione del pensiero”, vale a dire che Scarpa con le foto di Mussolini, i richiami all’ordine e alla disciplina e gli altri slogan a dir poco ‘singolari ‘dello stabilimento balneare, non ha commesso un reato, non era né apologia di fascismo né violazione della legge Scelba.

Già questa estate, in seguito alle polemiche nate per gli slogan in ‘stile ventennio’, lo stesso gestore di Playa Punta Canna si era difeso: “Dicono che inneggio al regime e sono fascista? Io non sono fascista, io sono amante della pulizia, dell’ordine”.