Diabetes wordcloudEcco quali sono le motivazioni che inducono a un maggior assorbimento di glucosio. Un’aumentata concentrazione di uno speciale ‘trasportatore’ (SGLT-1) nel duodeno è il responsabile dell’esuberante assorbimento di glucosio dopo un pasto, che provoca le pericolose ‘impennate della glicemia’ nei soggetti pre-diabetici. Un meccanismo che, se inibito, può proteggere dai picchi di glicemia post-prandiale e contribuire a prevenire il diabete.
E’ il risultato di uno studio del professor Giorgio Sesti, presidente della Società Italiana di Diabetologia SID e ordinario di Medicina Interna dell’Università ‘Magna Gaecia’ di Catanzaro, pubblicato sul Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism. Nelle persone ad aumentato rischio di diabete, prima ancora che la malattia dia chiari segni di sé, la glicemia si ‘impenna’ dopo i pasti; un fenomeno da tenere sotto controllo, visto che queste oscillazioni verso l’alto dei livelli di glucosio nel sangue provocano nel tempo importanti danni sia a livello del sistema cardio-vascolare sia alle piccole arterie della retina, dei reni, dei nervi. Si tratta di un fenomeno osservato da tempo, ma che oggi finalmente trova una sua possibile spiegazione scientifica: alcune persone assorbono cioè più rapidamente e in maggior quantità di altre gli zuccheri della dieta a causa dell’esuberanza dell’SGLT1, un trasportatore specializzato nell’assorbimento del glucosio a livello del duodeno. Si tratta di un’importante scoperta, effettuata dallo stesso gruppo di ricerca, guidato da Sesti, che un paio di anni fa aveva dimostrato che le persone con la glicemia superiore a 155 mg/dl alla prima ora della curva da carico di glucosio (che si effettua facendo bere una bevanda contenente 75 grammi di glucosio) hanno un rischio di sviluppare diabete conclamato maggiorato del 400 per cento entro i successivi 5 anni, rispetto a chi mostra valori inferiori a questa soglia. “Questa nuova ricerca – afferma Sesti – aiuta a comprendere perché queste persone a rischio di diabete presentano elevati livelli di glicemia dopo i pasti. L’assorbimento intestinale del glucosio introdotto con gli alimenti avviene prevalentemente nella prima porzione dell’intestino, cioè nel duodeno. A tale livello il glucosio, grazie ad uno speciale ‘trasportatore’, l’SGLT-1, attraversa la parete intestinale per raggiungere la circolazione sanguigna”. Il gruppo di Sesti ha osservato che i soggetti con ‘NGT-alta glicemia ad 1 ora’ a rischio di sviluppare il diabete e le persone con diabete tipo 2 presentano aumentati livelli del trasportatore SGLT-1 nel duodeno, dimostrando che è l’eccessivo assorbimento intestinale del glucosio, la causa dell’ iperglicemia post-prandiale.

“Tenendo in considerazione ─ conclude Sesti ─ che l’attività del trasportatore SGLT-1 può essere inibita da alcuni composti fenolici presenti nelle mele e che sono attualmente in fase di sviluppo farmaci con una doppia azione inibitoria sui trasportatori SGLT-1 e SGLT-2 (quest’ultimo presente a livello renale), è possibile ipotizzare che la correzione dell’eccessivo assorbimento intestinale del glucosio potrà rappresentare una possibile strategia terapeutica utile non solo per trattare l’iperglicemia post-prandiale, ma anche per prevenire lo sviluppo del diabete nei soggetti a rischio”.