L’astensionismo è davvero antipolitica?

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news-nuove-bluDalle ultime elezioni politiche ad oggi abbiamo avuto, a mio avviso, due particolari momenti che vorrei focalizzare in questa circostanza: l’exploit dei grillini che è diventato da solo il primo partito a livello nazionale e il successo elettorale del PD alle europee raggiungendo il 40% dei consensi. Si è detto e ripetuto che Cinque stelle ha incassato un successo come conseguenza della rabbia che la gente aveva in corpo e la delusione provocata dal partito di riferimento per le riforme promesse e non fatte. Tra questi due momenti è apparso nel firmamento politico del PD una figura nuova e le speranze dei frustrati si sono rinfocolate, salvo poi ricadere nella depressione nel constatare che era un fuoco fatuo. Siamo così giunti a nostri giorni con due test indicativi degli umori popolari con le regionali di Sicilia e le amministrative di Ostia. A questo punto appare evidente che è di nuovo mutato l’umore della gente. Cresce la delusione per il Movimento cinque stelle ma resta la sfiducia per gli altri partiti facendo ingrossare l’assenteismo elettorale. Non vi è dubbio che un prezzo molto alto i grillini lo hanno pagato non avendo avuto un adeguato supporto mediatico che ha finito con l’esaltare i loro errori e ignorare i loro meriti. Penso al pasticciaccio di Palermo, alla poca incisiva azione dell’amministrazione romana e alle acque agitate nei gruppi parlamentari. Se a questo punto diamo per scontato il declino del PD, dove è molto chiaro a tutti che l’attuale segretario è stato messo a quel posto per dare il ben servito al suo stesso partito, e la capacità del centro-destra di sapersi coalizzare anche a dispetto delle rispettive e profonde divergenze di programmi e di leadership, il gioco appare incentrato solo su due competitor. Significa però tenere congelata quella parte degli scontenti che si rifugia nell’astensionismo. Che ne facciamo? Sarebbe un errore, di là dei tatticismi dei due contendenti, ignorarli e allora chi sarà capace di risvegliare il loro interesse e stimolarli a riprendere il dialogo politico? Noi come Centro Studi politici e sociali della Fidest abbiamo un’idea e ne riparleremo.

(FIDEST – Riccardo Alfonso)