navi militari nel mare dei piratiI pirati somali conservano ancora una buona capacità ad attaccare e dirottare navi mercantili in navigazione al largo delle coste somale. Un dato di fatto che emerge chiaramente dall’ultimo rapporto, relativo ai primi sei mesi del 2017, prodotto dall’International Maritime Bureau, IMB. Secondo il documento nel semestre sono starti almeno 5 i dirottamenti accertati. Si tratta di numeri bassissimi se si rapportano questi  a quelli di almeno sei anni fa, quando le gang del mare somale riuscivano a catturare e dirottare anche sei navi commerciali al giorno. Resta però il fatto che essi evidenziano comunque che sussiste ancora un problema di sicurezza della navigazione commerciale in quel mare, che a quanto pare è ancora infestato dai predoni del mare somali. In merito proprio nei giorni scorsi il Cds dell’ONU ha adottato una risoluzione con cui esorta la comunità internazionale e le autorità somale  a continuare a contrastare il fenomeno, a istituire forze di sicurezza con ruoli e giurisdizioni chiare per far rispettare le leggi, nonché a rafforzare la capacità dei tribunali somali per indagare e perseguire i responsabili di atti di pirateria. Nella risoluzione il Consiglio di Sicurezza dell’ONU esorta anche la criminalizzazione della pirateria marittima nell’ambito della legislazione nazionale degli stati membri e di considerare l’accusa di sospetti e la reclusione di coloro che sono stati condannati così come  a perseguire i facilitatori e i finanzieri a terra, in linea con gli applicabili diritto internazionale. Il Cds ONU ha anche elogiato gli sforzi delle Forze navali dell’Unione europea EUNavFor, l’operazione Atalanta, la task force combinata delle forze armate combinate 151, gli sforzi contro la pirateria dell’Unione africana, Ua, e le attività navali della Comunità per lo sviluppo dell’Africa australe, nonché altri sforzi per sopprimere la pirateria e proteggere le navi.

Ferdinando Pelliccia