AGGIORNAMENTO: MANDATO DI ARRESTO EUROPEO CHIESTO DA PROCURA PER PUIGDEMONT E GLI ALTRI QUATTRO CONSIGLIERI CHE SI TROVANO CON LUI IN BELGIO

Presso l’Audiencia Nacional di Madrid, si è tenuta oggi l’udienza sul caso della convocazione e dello svolgimento dell’anticostituzionale referendum catalano. La Procura ha chiesto l’arresto per tutti gli ex consiglieri del governo della Catalogna (tranne uno, Santi Villa, a cui è stato concesso il rilascio in libertà condizionata): per tutti i reati contestati sono  ribellione, sedizione e malversazione di fondi pubblici. Puigdemont e altri 4 ex consiglieri, non si sono presentati all’udienza. Potrebbe essere pronta a breve, per l’ex Presidente della Generalitat, la richiesta di estradizione al Belgio.

 

parlamento-catalognaLa Procura dell’Audiencia nacional di Madrid ha chiesto l’arresto senza la condizionale di tutti gli ex consiglieri del governo catalano, ad eccezione di uno, Santi Villa, cui è concesso il rilascio in libertà condizionata. I reati contestati sono quelli di ribellione, sedizione e malversazione di fondi pubblici in relazione all’organizzazione del referendum in Catalogna il primo ottobre scorso.

La Procura ha chiesto l’arresto per l’ex numero due del governo catalano, Oriol Junqueras, e per gli ex ministri Jordi Turull, Josep Rull, Meritxell Borras, Raul Romeva, Carles Mundò, Dolores Bassa e Joaquim Forn (Interno).

Come previsto non si sono invece presentati ai magistrati il presidente destituito della Generalita de Catalunya, Carles Puigdemont, e altri quattro ex consiglieri, che da lunedì sera si trovano a Bruxelles.

Su richiesta degli avvocati difensori il giudice del Tribunale supremo spagnolo, Pablo Llarena, ha accettato di rinviare al 9 novembre, alle 9.30, l’interrogatorio della presidente del ‘Parlament’ catalano, Carme Forcadell, e di altri cinque parlamentari. Il giudice ha accettato la richiesta dei legali di avere più tempo per preparare la loro difesa, in quanto le notifiche sono state ricevute solo due giorni fa.

COSA RISCHIA PUIGDEMONT – Il presidente destituito della Catalogna rischia che sia spiccato nei suoi confronti un mandato di arresto europeo. Quest’ultimo, previsto da una direttiva europea del 2002, costituisce la prima concretizzazione nel settore del diritto penale del principio di mutuo riconoscimento, semplificando e accelerando l’estradizione di un indagato tra due Paesi membri dell’Unione europea.

Le caratteristiche principali della procedura risiedono nel fatto che le autorità giudiziarie cooperano direttamente senza la necessità di passare per una valutazione da parte dell’esecutivo, tipica dei casi tradizionali di estradizione. In altre parole, le decisioni sono esclusivamente giudiziarie, senza alcuna influenza politica.

Per 32 categorie di reati si deroga al principio della cosiddetta ‘doppia incriminazione’, ovvero l’atto non deve essere considerato un reato in entrambi i Paesi. L’unico requisito è che sia punito con pene detentive di almeno tre anni nel Paese di esecuzione.

Il mandato semplifica le procedure e la documentazione da presentare mediante la creazione di un unico documento e prevede scadenze brevissime per l’adozione della decisione sulla consegna.

Prevede inoltre il superamento del divieto di estradizione di cittadini contemplato da diverse Costituzioni, per cui se la persona oggetto del mandato d’arresto europeo ai fini dell’azione penale è cittadino o residente dello Stato membro di esecuzione, la consegna non può essere rifiutata, ma può essere subordinata alla condizione che la persona, dopo essere stata ascoltata, sia rinviata nello Stato membro di esecuzione per scontarvi la pena o la misura di sicurezza eventualmente pronunciata nello Stato membro emittente.