Kim Jong-un mette in crisi non soltanto gli americani ma il mondo intero. Il “rispettato” maresciallo norcoreano, con il lancio di ieri ha messo in chiaro che le sue parole precedenti, sulle ormai consolidate capacità missilistico-nucleari del regno eremita, sono da considerarsi realtà. Ora la palla passa nuovamente in campo Usa, che la gioca andando all’Onu a dichiarare che la “Guerra è più vicina”, facendo palesare tutta la debolezza americana, che su questa vicenda sta giocando male le sue carte. La colpa è principalmente del numero uno della Casa Bianca, dei suoi toni e della sua inesistente diplomazia. Ecco il resoconto di una giornata convulsa.

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La minaccia di un conflitto mondiale si fa sempre più concreta. Le parole pronunciate dalla rappresentante degli Stati Uniti all’Onu Nikki Haley non lasciano spazio a troppe interpretazioni: “Ora la guerra è più vicina”. “Il dittatore della Corea del Nord ha fatto una scelta che porta il mondo più vicino alla guerra”, ha detto Haley durante la riunione del Consiglio di Sicurezza convocata dopo il lancio del nuovo missile intercontinentale balistico nordcoreano. Ed ha aggiunto: “Non abbiamo mai cercato la guerra e ancora oggi non la cerchiamo. Se la guerra arriverà sarà a causa delle continue azioni di aggressione come quella a cui abbiamo assistito”.

“E se la guerra verrà, non fate errori, il regime nordcoreano sarà completamente distrutto”, ha aggiunto la rappresentante degli Stati Uniti all’Onu. Haley ha poi sottolineato che ora il mondo deve fronteggiare “un momento della resa dei conti” sulla questione nordcoreana. E che Donald Trump ha chiesto alla Cina di tagliare le forniture di petrolio a Pyongyang. “Questo sarebbe un passo cruciale per gli sforzi del mondo di fermare questo paria internazionale – ha detto ancora la rappresentante Usa – la Cina può fare questo da sola oppure possiamo prendere in mano la situazione petrolifera”.

“Abbiamo bisogno che la Cina faccia di più, il presidente Trump ha chiamato il presidente Xi per dirgli che siamo arrivati al punto che la Cina deve tagliare il petrolio alla Corea del Nord”, ha continuato Haley. La rappresentante Usa ha poi detto che l’Onu deve continuare a trattare la Corea del Nord “come il paria internazionale che è diventata”, arrivando a toglierle tutti i diritti e privilegi, compreso quello di voto, in seno alle organizzazioni internazionali.

Prima dell’intervento all’Onu, Trump, con un tweet, aveva detto che si sarebbero imposte nuove sanzioni alla Corea del Nord. E il dipartimento di Stato ha chiesto a tutti i Paesi che hanno ancora relazioni diplomatiche con Pyongyang di sospenderle e ritirare gli ambasciatori. La portavoce del dipartimento, Heather Nauert, ha spiegato che un’azione del genere aumenterebbe la pressione sul regime nordcoreano. Mentre Trump, durante un discorso in Missouri sulla riforma fiscale, ha deriso il leader nordcoreano Kim Jong Un, definendolo “un piccolo rocket man” ed “un cagnolino malato”.