Una pratica molto diffusa in Pakistan, anche se illegale, la violenza sessuale ordinata dai membri del Consiglio di un villaggio per vendicarsi dello stupro della sorella di uno di loro. Dodici persone arrestate nella provincia del Punjab, tra loro anche lo stupratore “designato” per porre in atto la vendetta.

pakistan-mapUno stupro commissionato per vendetta. Dodici persone arrestate. La richiesta di perdono della famiglia del presunto violentatore e le indagini della polizia, che tiene in custodia i fermati.

E’ la drammatica storia che arriva dalla provincia del Punjab, in Pakistan, dove tra i 12 arrestati, oltre alla persona che si sospetta essere lo stupratore, ci sono anche membri del Consiglio del villaggio e alcuni parenti dell’uomo al quale sarebbe stato ordinato di violentare una ragazza per vendicarsi dello stupro della sorella di uno di loro.

INDAGINI – I fermati, secondo quanto riporta l”Independent’, possono essere tenuti in stato di fermo per una settimana, per consentire alla polizia di indagare su di loro. Lo ha stabilito il tribunale locale che, per questo motivo, non ha fissato una cauzione.

LA LEGGE – La famiglia del sospetto violentatore ha chiesto perdono ai familiari della vittima colpita da quella che, in alcune aree rurali del Pakistan, viene chiamata ‘wani’: assalto sessuale di vendetta, praticato nonostante sia vietato dalla legge.

AMNESTY – Lo scorso luglio, Amnesty International ha chiesto alle autorità pakistane di “porre fine all’impunità delle violenze sessuali e di reprimere i cosiddetti Consigli di villaggio che ordinano orribili crimini contro donne e ragazze, spesso per vendetta per atti commessi da altri”.