dott-ssa-p-morandiRoma – Facciamo riferimento ai fuorvianti articoli comparsi ieri 7 Aprile, in alcune testate nazionali, dove si accusa di falsa cecità la dottoressa Paola Morandi, moglie dell’ Ammiraglio Treu della Marina Militare, medaglia d’oro al merito, soggetto di specchiassima ed illibata condotta  immotivatamente coinvolto nella vicenda, cosa che fa pensare male visto che siamo in clima di nomine per la carica di Capo di Stato Maggiore della Marina Militare.

L’erronea e strumentale definizione di “falsa cecità” cade come un macigno sulla testa della moglie di Treu, che purtroppo è affetta da un’atrofia ottica bilaterale – malattia di Leber, una malattia degenerativa del nervo ottico già riscontrata nel 1996, ma la signora Morandi ha solo il “torto” di non voler rinunciare a vivere e mette in campo con forza ogni possibilità per avere una vita quasi normale, “permettendosi” persino di andare al mercato e di dedicarsi con passione alle sofferenze degli ipovedenti.  E’ stato proprio il suo coraggio a gettare i sospetti sulla veridicità della sua indiscutibile invalidità e per questo il 6 di Aprile si è tenuta l’udienza dibattimentale dinanzi al Tribunale di Roma, sezione decima penale, dove  il Presidente dell’unione italiana ciechi, chiamato in qualità di teste, ha in particolare dichiarato di muoversi liberamente senza accompagnatore in posti affollatissimi come ad esempio la stazione ferroviaria di Bologna pur essendo ipovedente, facendo rilevare quindi che pur vivendo una situazione invalidante, seguendo determinate tecniche è possibile gestire un minimo la propria esistenza.

Negli articoli comparsi sui “colossi” della stampa nazionale vengono omessi i dettagli basilari per una corretta comprensione dei fatti,  tant’e vero che non viene riportato che la revoca del beneficio accordato dall’INPS all’imputata è stata ripristinata dal Giudice  civile (R.G. n. 4390/16 – Seconda sezione lavoro, Giudice Dott.ssa Colli Antonianna) il quale, a seguito di approfondite indagini tecniche, ha confermato la patologia di Paola Morandi condannando l’Istituto, ad oggi ancora inadempiente nonostante l’esecutività del giudicato, alla corresponsione di quanto dovuto all’invalida. Gli stessi medici dell’Inps  hanno confermato nelle deposizioni testimoniali assunte, la piena conformità della documentazione medica della periziata signora Morandi. Allora la truffa diffusa dai media dov’è?

Ora ci chiediamo come sia possibile che prima di “condannare” una persona non ci si doti di tutti gli elementi necessari per comprendere a fondo la situazione e come si continuino a diffondere notizie devastanti non solo per la persona direttamente  coinvolta ma anche per i loro famigliari come in questo caso che oltre a sopportare il gravame della malattia e della beffa, viene compromessa immotivatamente pure l’immagine del marito con possibili ripercussioni nella meritevole carriera in corso.

Ovviamente i soggetti diffamati, la signora Paola Morandi e l’ammiraglio Treu, hanno già espresso la volontà ad esercitare, mediante i loro difensori di fiducia, il diritto di querela.

Daniela Russo