Mariano Rajoy non è più il Primo ministro spagnolo, visto che oggi è stato sfiduciato in Parlamento, con la mozione presentata dal Partito Socialista spagnolo e votata a maggioranza con 180 su 350.  La mozione di sfiducia costruttiva, prende spunto dalla condanna di cinque esponenti del Partito popolare di Rajoy per corruzione nel cosiddetto caso ‘Operacion Guertel’. Ora il Premier sarà il socialista Sanchez, che dovrà traghettare il paese a nuove elezioni, ma la data ancora non è stata stabilità.

Mariano Rajoy

Mariano Rajoy è stato sfiduciato, al suo posto diventa premier il leader socialista Pedro Sanchez. La mozione di sfiducia costruttiva presentata dal Psoe – in conseguenza della quale Sanchez ha assunto la guida del governo – ha ottenuto 180 sì, 169 no e un’astensione.

“Accetterò come democratico il risultato del voto, ma non posso condividere ciò che è stato fatto”, ha detto Rajoy in un breve intervento dalla tribuna del Congresso dei deputati poco prima del voto.

“E’ stato un onore essere primo ministro della Spagna e avere lasciato una Spagna migliore. Spero che il mio successore potrà dire la stessa cosa a suo tempo, glielo auguro per il bene della Spagna”, ha aggiunto.

La mozione del leader del Partito Socialista ha ricevuto i voti dei parlamentari di Unidos Podemos e di altri gruppi minori e partiti regionali come gli indipendentisti catalani del PdeCAT e di Esquerra Republicana. Anche se decisivi per la sfiducia a Rajoy sono stati i voti dei cinque deputati del Partito nazionalista basco (Pn). Il voto mette fine a una settimana di tensioni in Spagna. Il Psoe aveva presentato la proposta venerdì scorso in seguito alla condanna di cinque esponenti del Partito popolare di Rajoy per corruzione nel cosiddetto caso ‘Operacion Guertel’.

Il successo della mozione di sfiducia apre ora un nuovo scenario nel paese con alcune incognite ancora da risolvere. Prevedibilmente Sanchez, 46 anni, entrerà in carica nei prossimi giorni e nominerà un nuovo esecutivo che potrebbe governare come minoranza, contando al Congresso solo su 84 deputati su 350.

All’orizzonte ci sono le elezioni generali che il leader socialista ha promesso di convocare ma che non hanno ancora una data. Tra le questioni che il nuovo esecutivo dovrà affrontare c’è intanto quella della Catalogna, dove il processo di indipendenza mantiene la regione in sospeso.