Pare che finalmente Hamas e il governo israeliano abbiano trovato un accordo per un “tacciano le armi” ai confini tra la striscia di Gaza e Israele. Dopo l’ennesima giornata di violenze di ieri, in cui cinque persone hanno perso la vita (quattro palestinesi e un soldato della Stella di David) oggi sembra reggere la tregua, anche se si sono registrati episodi che avrebbero potuto minarla. Alcuni militanti di Hamas si sono infiltrati nel territorio di Israele dal nord di Gaza, e un carro israeliano ha aperto il fuoco per ricacciarli oltre confine. Secondo i palestinesi l’accordo è stato raggiunto grazie alla mediazione egiziana.

Hamas ha annunciato che è stato raggiunto un accordo con Israele per il cessate il fuoco a Gaza, dopo la giornata di violenze ieri durante la quale 4 palestinesi ed un soldato israeliano sono stati uccisi. Il portavoce di Hamas, Fawzi Barhoum, ha reso noto su Twitter che l’accordo con “gli occupanti”, gli israeliani, è stato raggiunto con l’aiuto dell’Egitto e dell’Onu. Interpellata, una portavoce dell’esercito israeliano ha detto di non poter commentare questioni politiche, ma al momento Israele – che ieri ha attaccato 60 obiettivi a Gaza – non sta conducendo attacchi.

Una conferma della tenuta del cessate il fuoco sembra arrivare dal tweet con cui l’Esercito israeliano annuncia che non vi sono limitazioni alle normali attività per i civili israeliani che risiedono “nelle comunità intorno alla Striscia di Gaza”. “Alla fine di una revisione della situazione da parte del Comando militare del Sud, questa mattina è stato deciso di mantenere la normale attività civile”, si legge nel tweet.

Le forze di sicurezza israeliane (Idf) hanno reso noto stamani di aver attaccato un obiettivo di Hamas nella Striscia di Gaza. “Sospetti si sono infiltrati in Israele dal nord della Striscia di Gaza – precisano su Twitter le Idf dopo il cessate il fuoco annunciato dal movimento islamico palestinese – I sospetti sono poi rientrati nella Striscia di Gaza. In risposta, un tank delle Idf ha colpito una postazione militare di Hamas”.

Ieri il coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il processo di pace in Medio Oriente, Nickolay Mladenov, aveva lanciato un disperato appello a “tutti a Gaza a fare un passo indietro dall’orlo del precipizio”. “Non la prossima settimana. Non domani. Ora!”, aveva sottolineato, aggiungendo: “Non devono avere successo coloro che vogliono provocare palestinesi e israeliani per trascinarli in un’altra guerra”.