Furono colpiti il 4 marzo scorso, l’ex spia russa Sergei Skripal e la figlia, da agente nervino Novichok, nella città inglese di Salisbury, nel Wiltshire e ora gli inquirenti britannici, che hanno visionato ore e ore di video di sorveglianza, confrontando i dati con le persone entrate nel paese in quelle date, hanno stabilito che i responsabili dell’avvelenamento siano tutti cittadini russi. Il passo per accusare Mosca è breve. Dal Cremlino fanno sapere che attendono una dichiarazione ufficiale, prima di rispondere. La guerra delle spie continua: Skripal e figlia sono vivi ma le analogie con una vicenda simile, che però ha portato alla morte di Aleksandr Litvinenko, ex agente del Kgb, sono palesi. Mosca ancora una volta è sul banco degli imputati.

La polizia britannica ritiene di aver identificato i sospetti responsabili dell’attacco al 66enne Sergei Skripal e alla figlia Yulia, 33 anni, colpiti il 4 marzo scorso da avvelenamento da agente nervino Novichok a Salisbury, nel Wiltshire, dove risiedeva l’ex spia russa. Secondo fonti a conoscenza dell’inchiesta citate dalla PA, diversi cittadini russi sarebbero coinvolti nel tentato omicidio: a questa conclusione si sarebbe arrivati tramite l’analisi delle immagini delle telecamere a circuito chiuso situate nella zona dell’avvelenamento, davanti al centro commerciale dove padre e figlia sono stati trovati, su una panchina, privi di conoscenza.

Gli investigatori hanno poi fatto un raffronto con la lista delle persone entrate nel paese in quell’epoca e confermato così l’identità dei sospetti. Gli inquirenti sono “certi” del fatto che i sospetti responsabili dell’attacco – cui Skripal e la figlia sono sopravvissuti – siano cittadini russi.

Mosca vuole una dichiarazione ufficiale sulla presunta avvenuta identificazione di sospetti per l’attentato. “Lo voglio sentire da Scotland Yard o dal Foreign Office” ha dichiarato l’ambasciatore russo a Londra, Alexander Yakovenko, citato dall’Interfax, dopo le rivelazioni della stampa britannica.

Intanto è prevista per oggi nel Regno Unito l’apertura di un’inchiesta sulle cause della morte – avvenuta per contaminazione da agente nervino Novichok -della 44enne cittadina britannica Dawn Sturgess, ricoverata il 30 giugno scorso assieme al suo partner, il 45enne Charlie Rowley – tuttora in ospedale – e deceduta l’8 luglio. Sturgess, secondo gli inquirenti, sarebbe stata esposta ad un livello di contaminazione dieci volte superiore a quello di Sergei e Yulia Skripal, secondo la Press Association.