Quarta notte sulla nave Diciotti della Guardia Costiera, per i 150 migranti che si trovano a bordo in uno dei moli del porto di Catania. Intanto l’Italia e l’Europa sono ai ferri corti, vista la latitanza della comunità europea sulla questione dei migranti, in attesa che nelle prossime ore, durante il vertice informale tra gli Stati membri, l’elefante Ue si muova e decida come ridistribuire i nuovi immigrati che sono a bordo dell’imbarcazione della Guardia costiera italiana.

Il governo italiano è fermo e compatto nel non mollare, anche se qualche screzio c’è stato, soprattutto tra il ministro degli interni Salvini e il Presidente della Camera Fico: la terza carica dello Stato chiede che i migranti siano fatti scendere e poi si discuterà della ridistribuzione, mentre il vicepremier e capo della Lega ha “assicurato” che da quella nave non scenderà nessuno, fino a quando l’Europa non farà la sua parte.

Di Maio ha riassunto in poche parole però la posizione “ufficiale” dei 5 stelle, affermando che “Tutto il Movimento non è più disposto a dare 20 miliardi all’Unione europea ogni anno, qualora nella riunione della Commissione non sarà deciso qualcosa di concreto sulla redistribuzione dei migranti.” In pratica senza un impegno serio dell’Unione, una parte quei soldi citati da Di Maio, saranno trattenuti dall’Italia per far fronte all’emergenza.
Il balletto delle visite “istituzionali” sull’imbarcazione continua e le polemiche vanno di pari passo: mai fino ad adesso alcun governo aveva tenuto la barra fissa e ferma nel voler bloccare un flusso che questo paese non è in grado di sostenere.